Minima montana

Per salire i versanti del monte Catria o del Gran Paradiso è richiesta la stessa dignità.

La questione è l’impatto che abbiamo sul mondo. Minima montana è il nostro modo di ridurre l’impatto. Si tratta di un ciclo di appuntamenti teorici ed escursioni dedicate alla filosofia del camminare, la botanica, la cartografia e l’orientamento, la sicurezza in ambiente, il paesaggio sonoro. Trascorreremo del tempo insieme, condivideremo delle informazioni e delle tecniche utili, proveremo a metterle in pratica nella Natura.

Dobbiamo ridurre l’impatto sulla Natura. Lasciamo tracce, maltrattiamo, o anche solo non poniamo attenzione agli organismi, facendo un tuffo, calpestando, cancellando. Generalmente ci comportiamo alla stessa maniera con i nostri simili e con noi stessi. Citando a memoria alcune idee di Alexander Langer e Arne Naess, ecologisti (e non solo) del Novecento: “Apprezziamo stili di vita universalizzabili e non palesamente impossibili da sostenere senza ingiustizie verso i propri simili o le altre specie”, “Facciamo male all’ambiente perché siamo capaci di fare male anche al nostro corpo e alla nostra psiche.”

Amare e rispettare tutte le forme di vita, non solo le più belle: non solo la grande foresta o la montagna monumentale, ma anche il piccolo canniccio o la collina arata.

Le montagne, che normalmente sepraiamo in gruppi, regioni, catene, proviamo a immaginarle come un unico flusso. Perché in profondità è così: diversità appaiate e non confini. Per salire i versanti del monte Catria o del Gran Paradiso è richiesta la stessa dignità. Per anni, nel partire dal Sud Tirol, ho prestato più attenzione a quanto fosse culturalmente distante da casa (80 Km) e non a scorgere dietro l’angolo, il tornante, la forcella, la continuità e il cambio di colori, forme, suoni e odori. Siamo fiumi!

Parlando di escursionismo (o secondo la moda del tempo trekking): è possibile semplicemente andare in montagna, ogni giorno, due volte alla settimana, la domenica. E’ quello di cui sentiamo abitualmente parlare. L’attività per cui ci sono negozi fornitissimi, materiali sempre nuovi, strutture, ticket, foto da fare, guide da seguire. Le esperienze proposte sono sempre più ricche, farcite, normalmente in inglese (marketing) e accattivanti. Quanti ami a cui ci appendiamo volentieri.

“Preferire la profondità dell’esperienza all’intensità”

Oppure è possibile dimorare nella montagna magari andandoci anche una sola volta l’anno. Significa entrare così in sintonia con i luoghi da non distinguersene più, anche ne cuore di una città. Averne l’aria, l’atmosfera, il respiro. Per questo tipo di attività la condizione necessaria è ridurre l’impatto, ridursi a un palmo, togliere gli optional, usare solo lo stretto necessario, aumentare la consapevolezza e le competenze, camminare liberi.

La questione è l’impatto che abbiamo sul mondo. Minima montana è il nostro modo di ridurre l’impatto. Si tratta di un ciclo di appuntamenti teorici ed escursioni dedicate alla filosofia del camminare, la botanica, la cartografia e l’orientamento, la sicurezza in ambiente, il paesaggio sonoro. Trascorreremo del tempo insieme, condivideremo delle informazioni e delle tecniche utili, proveremo a metterle in pratica nella Natura.

Primo appuntamento: Venerdì 3 Ottobre, Villa Ugolini ore 20:30